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L’ultimo carbonaio
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Gli alunni della Scuola Media di Cassaro,
guidati dai docenti Maria Amato, Gaetana Guerrieri e Pippo Salonia, hanno
realizzato questo servizio per conservare la testimonianza di un mestiere che
sopravvive ancora nei piccoli centri montani degli Iblei: il carbonaio. Il gruppo si è recato nei dintorni di
Cassaro, dove ha assistito ad alcune fasi della produzione del carbone ad
opera del Sig. Paolo Listro, pensionato di 80 anni, che dalla giovinezza si è
dedicato a questa attività faticosa e non sempre remunerativa. La tradizione del carbonaio ha origini
antichissime, perché la zona iblea è ricca di boschi, soprattutto lecceti e
querceti, che hanno bisogno di essere sfoltiti e rinnovati periodicamente. Fin da tempi remoti i contadini avevano
il diritto di “frascatico” nei boschi demaniali, come risulta da documenti,
risalenti circa all’anno 1000. Il carbone è stato sempre usato per il
riscaldamento domestico, per stirare e per cucinare; ancora oggi in molte
case la famiglia si raduna attorno alla “conca”, per ascoltare i racconti
delle nonne, mentre i bambini mangiano il pane abbrustolito sulla brace. Quando d’inverno la pioggia impedisce di
asciugare i panni all’aperto, si stendono sulla “conca”. Si vedono pure alcune persone anziane che
si spostano, portandosi dietro “u scarfamanu”. |